Il vinile di The Dark Side of the Moon è un concetto ancor prima che un album. Registrato agli Abbey Road Studios in due sole sessioni, il vinile originale è stato stampato nel 1973.
Se l’abbandono della band da parte di Syd Barrett aveva segnato la sperimentazione di escursioni strumentali dalla portata notevole, già nel 1971 Roger Waters e David Gilmour avevano iniziato ad orientarsi verso i temi lirici e strumentali che avrebbero formato l’impalcatura di The Dark Side of the Moon.
The Dark Side of the Moon: I Temi Lirici
The Dark Side of the Moon raccoglie i frutti della sperimentazione sonora condotta dai Pink Floyd sia in studio che live. Dal punto di vista lirico, i Pink Floyd aprono una finestra sui lati più oscuri dell’animo umano. In ciò un ruolo fondamentale è stato rivestito dalla malattia mentale in cui Syd Barrett era lentamente scivolato. Breathe e Speak to Me sono un accompagnamento in musica ed in parole allo stato di solitudine e rifiuto del mondo di Barrett, e più in generale sugli aspetti più futili dell’esistenza.
On The Run è un brano tutto incentrato sulla paura di volare. Time esplora il lento ma inesorabile scorrere del tempo, che con The Great Gig in the Sky – metafora della fine dell’esistenza – si conclude con una prevedibile meta. Più leggero, ma egualmente impegnato, è il lato B del disco.
Il brano di apertura, Money, è una feroce critica del consumismo, ed ironicamente il pezzo che ha riscosso il maggior successo commerciale dell’intero album. I temi del conflitto, della mancanza di scelta e – ancora – della malattia mentale sono esplorati in Us and Them, Any Colour You Like, e Brain Damage. Il 33 giri si conclude con Eclipse. In linea con il titolo dell’album, il brano di chiusura presenta idee sulla diversità e l’uguaglianza, richiamando anche l’immagine scelta per la copertina.
L’immagine di un raggio di luce che colpisce un prisma, ed è scomposto nei vari colori dello spettro, è una metafora visiva del significato di Eclipse, e getta un fascio di ottimismo che contrasta con le note di chiusura del disco:
Non esiste un lato oscuro della luna
perché in realtà
ogni cosa è oscura
There is no dark side
of the moon really.
Matter of fact
It’s all dark
The Dark Side of The Moon: Gli Effetti Sonori
Che Money – il brano che più di ogni altro critica il consumismo – abbia riscosso il maggior successo commerciale è un’ironia. Il brano colpisce per i suoi loop e gli effetti sonori: il tintinnare di monete, lo squillo di un vecchio registratore di cassa che viene aperto, il suono dei tasti di una macchina di calcolo, ed infine il rumore di carta strappata.
Si tratta di uno degli effetti sonori più famosi di tutta la produzione dei Pink Floyd, forse. Il loop a sette battute è stato programmato interamente in studio, partendo dalla registrazione di suoni naturali, anziché da librerie pre-programmate (che negli anni ‘70 non esistevano!). La cosa ha posto non poche difficoltà in sede di registrazione, poiché i tecnici del suono hanno dovuto mixare ciascuna delle registrazioni su varie tracce, usando l’effetto di fading del mixer contemporaneamente.
Grande novità dell’album è la comparsa dei sintetizzatori. I sintetizzatori avrebbero fatto un ingresso massiccio sulla scena musicale solo tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80, con l’avvento della new wave. In questo senso, i Pink Floyd hanno anticipato una tendenza che avrebbe rivoluzionato il mondo della musica, ispirando almeno due generazioni di musicisti.
L’uso dei sintetizzatori ha permesso a Waters e compagni il tipo di sperimentazione di studio che sarebbe poi stata seguita dai primissimi gruppi di pop elettronico e new wave. Gli effetti di On The Run sono stati creati registrando i suoni prodotti da un tecnico del suono che correva in studio. Il battito cardiaco che accompagna l’inizio e la fine dell’album è, in realtà, una linea di batteria sapientemente inserita nei circuiti di un sintetizzatore EMS CVS 3 e riprogrammata.
The Dark Side of the Moon: Il Lancio dell’Album
Il vinile di The Dark Side of the Moon avrebbe dovuto essere presentato alla stampa il 27 febbraio del 1973, al Planetarium di Londra. Che si sia trattato di una trovata pubblicitaria o del classico colpo di testa della band, i Pink Floyd rifiutarono di presentarsi in conferenza stampa.
Al loro ingresso in sala, i giornalisti trovarono le sagome in cartone dei membri della band, e furono bombardati dalle tracce dell’album, suonate attraverso un sistema di altoparlanti di pessima qualità. Ma nel frattempo, una delle icone della musica era nata. The Dark Side of the Moon sarebbe restato nelle classifiche internazionali per quasi 800 mesi, grazie anche ad una campagna pubblicitaria che puntava tutto sulla radio.
Oggi, The Dark Side of the Moon è tra gli album più venduti al mondo. Chi ha in casa in vinile originale farebbe meglio a tenerselo ben stretto, poiché possiede un pezzo di storia della musica.
Chi non ha il vinile, perché è troppo giovane o perché lo ha buttato via (orrore!), può pur sempre rifarsi del tempo perduto con la versione rimasterizzata di The Dark Side of the Moon, che nel 2003 è stata ristampata su un bellissimo vinile di 180 grammi.
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