Hey Jude: significato, testo e video della canzone dei The Beatles (1968)
Il significato della canzone Hey Jude dei Beatles, secondo l’opinione prevalente, fu scritta da Paul McCartney e dedicata a Julian, figlio di John Lennon.
Hey Jude è senz’altro una delle canzone più iconiche e belle dei Beatles, ma cosa significa e quando è stata scritta? Pubblicata nel 1968 come singolo, avrebbe dovuto far parte del celebre White Album, altrimenti noto come The Beatles. Invece finì per uscire nello stesso anno come singolo.
Secondo le versioni più accreditate, la canzone fu scritta da Paul McCartney per consolare Julian, figlio di John Lennon, durante il divorzio tra il padre e Cinthya Powell, sua madre. La canzone originariamente si sarebbe dovuta chiamare Hey Jules, contrazione di Julian, ma fu cambiata in Jude perché ritenuta più musicale. Per quanto concerne la genesi del brano, sembra che Paul McCartney fu colto da ispirazione mentre si recava in automobile proprio dall’ex moglie dell’amico e, accortosi che il motivo immaginato poteva funzionare, decidesse poi di inciderlo.
La canzone incontrò il favore di John Lennon, cui piacque immediatamente tanto da difendere anche alcuni versi su cui Paul nutriva delle perplessità come “the movement you need is on your shoulder.”
Lennon non esitò a definire la canzone come una delle più belle scritte da McCartney ed il successo incredibile raccolto in quasi cinquant’anni da Hey Jude conferma appieno il suo giudizio. Ancora oggi il brano è uno dei più noti e apprezzati tra i molti capolavori prodotti dai The Beatles, anche in virtù della complessità psicologia e della delicatezza del testo, che tocca le corde più intime dell’animo mettendo a nudo fragilità e aspettative di uomini e donne.
La profondità del testo e la complessità dei temi affrontati con lo stesso approccio di una lirica, rende questo brano interessante sia dal punto di vista strutturale che dell’interpretazione vera e propria.
[CONTINUA SOTTO]Il potere della musica: prendi una canzone triste e rendila migliore
Particolarmente lunga (7,06 minuti), la canzone Hey Jude si divide in due parti, la prima sotto forma di ballata consolatoria, la seconda caratterizzata da una lunga parte corale che ripete il ritornello “Hey Jude.” Se ci si concentra sui primi versi del brano, appare evidente come, a fronte di una musica che si potrebbe definire romantica, il testo miri a consolare Jude e ad incitarlo a reagire. Così nell’incipit Jude/Jules viene spinto a non peggiorare le cose ma a renderle migliori. “Take a sad song”, dice il testo, “and make it better, remeber, to let her into your heart, then you can start to make it better.” Prendi una canzone triste e rendila migliore, canta Paul, e lascia che lei entri nel tuo cuore. Allora inizierai a stare meglio.
Il potere terapeutico della musica è tuttavia una metafora. Anche la vita può essere migliorata come una canzone, se cambia il nostro approccio verso di lei. Dunque non dobbiamo lasciarci abbattere dai colpi della vita ma combattere per migliorare le cose, anche se siamo delusi, tristi, arrabbiati.
Ma non è solo la tristezza, il nemico contro cui Jules e tutti noi dobbiamo scontrarci. Migliorare la propria vita non è facile. Ci vuole coraggio, un coraggio che possiamo trovare solamente dentro di noi o sotto la nostra pelle, come indicano chiaramente i seguenti versi: “Hey Jude don’t be afraid, you were made to go out and get her, the minute you let her under your skin, then you begin to make it better.”
Musica e vita si intrecciano nuovamente, consigliando il destinatario della canzone su come affrontare quelli che sono i problemi dell’esistenza. Superare le paure è possibile, un atto dovuto verso noi stessi, un modo che l’individuo ha per crescere e diventare una persona migliore, più forte.
L’incoraggiamento continua, e Paul McCartney insiste nel risollevare l’animo di Jules (ma anche il suo e quello di tutti noi.) Per sopportare il dolore dobbiamo fermarci. Ignorare il mondo attorno a noi e concentrarci per un momento sulle nostre sofferenze, abbandonando i fardelli che teniamo sulle nostre spalle. Ascoltare le proprie esigenze, accettare le pene non è un segno di sconfitta e debolezza, così come è sbagliato, insiste Paul, rimanere nell’indifferenza e ignorare ciò che dice il nostro animo. Sembra quasi un balsamo sulle ferite aperte, quest’ultimo verso, delicato come una carezza e altrettanto denso di promesse. “And anytime you feel the pain, Hey Jude refrain,” canta infatti Paul, proseguendo con i versi “don’t carry the world upon your shoulders. For well you know that it’s a fool, who plays it cool, by making his world a little colder.”
Ma i consigli sono fatti per non essere ascoltati. Soprattutto quando scavano con precisione e puntualità nel nostro animo, mettendo a nudo ferite, dolori, risentimenti. Jules volge metaforicamente il capo dall’altro lato, finge di non voler ascoltare le parole consolatorie della canzone, e allora McCartney incalza. Ripete il concetto ed invita Jude/Julian a persistere. Ora che l’hai trovata, ricordati di lasciarla entrare nel tuo cuore solo così riuscirai a farla migliore. “Hey Jude don’t let me down, you have found her now go and get her, remember (Hey Jude) to let her into your heart, then you can start to make it better.” Qui il significato del brano abbraccia anche quello della forza necessaria ad ognuno di noi per tramutare la scintilla di qualcosa in un atto compiuto, che sia un amore, un desiderio, la spinta a realizzare una impresa o, semplicemente, l’impulso ad andare avanti per la propria strada e superare le avversità che hanno rappresentato un ostacolo sul nostro cammino.
Il messaggio di questa canzone, volto a consolare un bimbo di 5 anni è in realtà un messaggio universale!
La canzone insiste nella sua seconda metà incitando Jules a lasciarsi andare ed iniziare a suonare/vivere: il messaggio forse più profondo di questa splendida canzone dei Beatles è racchiuso proprio qui, e solamente in questi versi finali può essere svelato. Il significato di Hey Jude è nella scoperta di una verità spaventosa e terribile, eppure semplice. “Stai aspettando qualcuno per suonare”, confessa Paul McCartney nel testo, “ma non sai che quella persona sei proprio tu”. “Hey Jude begin, you’re waiting for someone to perform with. And on’t you know that it’s just you”.
Versi atrocemente autobiografici, questi, che vogliono dire mille cose: che per stare bene con gli altri ed essere felici e completi, dobbiamo trovare dentro di noi la serenità e la completezza. Che le relazioni finiscono anche per questo: cerchiamo negli altri cose che dovremmo trovare prima in noi stessi come amore, forza, coraggio, senza riuscire a ricordare o a riconoscere che è dentro di noi che dovremmo guardare per poter stare bene con gli altri. Ed è proprio grazie alle difficoltà che incontriamo ogni giorno nella nostra vita, quelle avversità che pesano con forza e vigore sulle nostre spalle spesso fino a piegarci, che possiamo trovare la spinta per guardarci dentro ed avere la forza di non abbatterci e cambiare le cose, o accettarle e recepirle in un’ottica differente.
“The movement you need is on your shoulder”, ripete Paul in quel verso su cui era in dubbio che Lennon insistette per lasciare. Il significato particolare della canzone Hey Jude si rivela così essere generale, universale, abbracciando temi come il senso della vita e il modo di affrontare difficoltà e problemi.
Con Hey Jude i Beatles hanno dimostrato una volta di più come un motivo orecchiabile possa nascondere interrogativi e problemi di natura estremamente complessa, toccando interrogativi filosofici senza soluzione.
La coralità finale di “Hey Jude,” sviluppata in crescendo, sottolinea proprio che il suo messaggio, originariamente concepito per consolare un bambino di cinque anni triste per il divorzio dei suoi genitori, è in realtà un testo universale, volto a confortare l’uomo che si ritrova sperduto e abbandonato come un bambino. Siamo tutti indifesi e scoperti come Jules di fronte alle avversità della vita come la perdita, la solitudine e la tristezza, l’incertezza. La ballata, che pare per la sua dolcezza avere quasi gli aspetti di una ninna nanna, si completa naturalmente in un inno corale, un abbraccio collettivo e consolatorio.
Accreditata alla coppia Lennon/McCartney ma in realtà paternità esclusiva solo di quest’ultimo, Hey Jude è una delle canzoni più apprezzate del quartetto di Liverpool.
Per la sua bellezza ed iconicità, la celeberrima rivista musica Rolling Stones l’ha inserita tra le 500 migliori canzoni di sempre, donandole una meritatissima ottava posizione. Cosa che non stupisce affatto, ascoltando una volta di più questo brano che, nonostante la sua lunghezza, ha avuto ed ha tutt’ora un successo immenso.
Registrata con particolare cura e perizia negli studi di Abbey Road ma non priva di aneddoti anche molto divertenti, di Hey Jude esiste anche lo schizzo riportante la struttura del testo: poche righe vergate su un foglio scarabocchiato da McCartney, capaci però di regalarci il senso dell’ispirazione geniale di un animo sensibile e dotato di un talento innato per la composizione.
Il significato dell’arrangiamento
Per quanto concerne arrangiamenti musica, Hey Jude si apre con un pianoforte iniziale suonato da Paul, cui si affiancano, a mano a mano che le strofe della canzone si susseguono, altri strumenti come la chitarra, il basso elettrico e le percussioni, in un crescendo che culmina con la parte corale estremamente lunga. Ben quattro minuti sono infatti spesi in questa parte della canzone, che vede inoltre la presenza di una vera e propria orchestra che accompagna il brano fino alla sua dissolvenza.
Ogni elemento, per quanto piccolo, concorre a definire il senso di Hey Jude: significato che diventa sempre più profondo ed intimista ad ogni ascolto fatto, penetrando nella mente per svelare la prospettiva universale di una consolazione necessaria di cui tutti abbiamo bisogno e della necessità dell’uomo di rialzarsi nonostante le difficoltà, anche quando trasformare una canzone triste in qualcosa di bello e diverso pare impossibile e troppo difficile non solo per un bambino di cinque anni, ma per tutti noi.
Un’altra interpretazione di “Hey Jude”
Tuttavia questa interpretazione sull’origine di Hey Jude non è la sola esistente.
Per alcuni la forte componente autobiografica del brano, riscontrata dallo stesso Lennon, è da imputarsi non tanto all’intento consolatorio verso il figlio di John ma di Paul stesso, che in quei mesi affrontava la separazione dalla fidanzata Jane Asher. Probabilmente entrambe le ipotesi sono corrette.
Hey Jude: Il testo completo
Hey Jude, don’t make it bad
Take a sad song and make it better
Remember to let her into your heart
Then you can start to make it better
Hey Jude, don’t be afraid
You were made to go out and get her
The minute you let her under your skin
Then you begin to make it better
And anytime you feel the pain, hey Jude, refrain
Don’t carry the world upon your shoulders
For well you know that it’s a fool who plays it cool
By making his world a little colder
Nah nah nah nah nah nah nah nah nah
Hey Jude, don’t let me down
You have found her, now go and get her
Remember to let her into your heart
Then you can start to make it better
So let it out and let it in, hey Jude, begin
You’re waiting for someone to perform with
And don’t you know that it’s just you, hey Jude, you’ll do
The movement you need is on your shoulder
Nah nah nah nah nah nah nah nah nah yeah
Hey Jude, don’t make it bad
Take a sad song and make it better
Remember to let her under your skin
Then you’ll begin to make it
Better better better better better better, oh
Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude
[CONTINUA SOTTO]Il video musicale di Hey Jude
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